Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), di cui fa parte anche la Comunità dei Giovani, sollecita l’approvazione del disegno di legge 2443, fermo attualmente in Senato, che si propone di disciplinare le professioni di educatore e pedagogista.
“È decisamente venuto il momento di stabilire maggiore chiarezza sui confini delle professioni educative e siamo certi che questa legge porterà maggiori garanzie di competenza nel nostro lavoro, con il positivo riflesso di poter offrire interventi di qualità alle persone accolte nei nostri Servizi”.
Il CNCA esprime apprezzamento per l’;iniziativa parlamentare che ha come prime firmatarie l’on. Vanna Iori e l’on. Paola Binetti, nella certezza che nei successivi atti attuativi sapranno apportare tutti i miglioramenti proposti anche dal CNCA, con particolare riferimento alle modalità previste dal testo normativo in discussione per consentire in via transitoria l’attribuzione della qualifica di Educatore Professionale e di Pedagogista, così come già segnalato alle firmatarie della proposta di legge.
Per questo il CNCA conferma la propria disponibilità a collaborare attivamente alla fase di definizione dei successivi atti attuativi al fine di favorire l’acquisizione delle proposte migliorative formulate. Nell’augurarsi una pronta approvazione del Testo, CNCA segnala alcune criticità, che siamo certi verranno prese in considerazione in sede di decreti attuativi.
1 – Il Testo prevede (art.13) che chi ha tra i 3 e i 20 anni di esperienza anche non continuativa (oppure 10 anni nel caso di chi ha raggiunto i 50 anni) possa acquisire la qualifica professionale di educatore professionale socio-pedagogico frequentando un corso universitario di un anno (pari a 60 cfu). CNCA sottolinea il fatto che la legge assegna all’Università il compito di fornire a educatori di esperienza una formazione “on the job” che attualmente – secondo la nostra esperienza – altri Soggetti propongono in maniera molto più efficace. Così migliaia di educatori di esperienza dovranno investire tantissimo tempo e soldi per ricevere una proposta formativa che avrà l’effetto di “sanare” la forma della propria posizione, ma che non innalzerà il livello di competenza e specializzazione di questi professionisti; cosa che sarebbe invece garantita – con grande vantaggio per gli utenti dei nostri Servizi – se fosse possibile ottenere la qualifica frequentando corsi di eccellente livello che sono attualmente disponibili sul mercato.
2 – Sempre l’art.13 del Testo prevede che chi ha “50 anni di età e almeno 10 anni di esperienza”; oppure “meno di 50 anni di età e almeno 20 anni di esperienza”; otterrà in automatico la qualifica professionale di educatore professionale socio-pedagogico: perché inserire un criterio di pura età anagrafica? Perché chi ha 50 anni deve avere 10 anni di esperienza invece dei 20 richiesti a chi è più giovane?
3 – La legge assegna la qualifica di pedagogista in base solo a criteri di conoscenze universitarie: si potrà definirsi pedagogista solo sulla scorta del possesso di lauree magistrali ben definite. Diversamente dagli educatori, però, per i pedagogisti non è prevista la possibilità di “sanare” la propria posizione professionale. Questa scelta ci colpisce molto perché la figura professionale di “pedagogista” è definita nel Testo di Legge attraverso azioni (progettazione, coordinamento, valutazione, supervisione, consulenza,..) che vengono oggi svolte da operatori di esperienza, che sono a tutti gli effetti degli “esperti di processi educativi”, e che con questa Legge non potranno più definirsi pedagogisti.
Colpisce ancora di più il fatto che invece, secondo la Legge, potranno definirsi tali: “professori universitari ordinari, straordinari, associati, fuori ruolo e in quiescenza, dottori di ricerca e ricercatori (anche laureati in materie diverse da quelle pedagogiche, ma che abbiano insegnato per 3 anni, anche non consecutivi, discipline pedagogiche)”.
Proprio nel momento in cui la professione di pedagogista viene finalmente definita attraverso la descrizione di ciò che fa (art.9, comma 2, lettere a-i), viene tolta la definizione di “pedagogista” a chi – vero esperto di processi educativi – ha potuto utilizzarla sinora.